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Perché scuole cristiane? Chiediamolo ad Abraham Kuyper (1837-1920). Seconda parte

La teoria della conoscenza di Kuyper

La teoria della conoscenza di Kuyper è sorprendentemente simile a quella postmoderna, con una differenza significativa. Tutti gli esseri umani hanno un credo nel profondo del cuore che informa e guida il processo intellettuale, ma molti postmodernisti affermano che non esiste la verità oggettiva, che ogni conoscenza è costruita dall’uomo, e che si tratta di narrative in conflitto tra di loro, ognuna lottando per un riconoscimento ufficiale. Kuyper, invece, credeva nella verità oggettiva e, nonostante la conoscenza umana sia sempre imperfetta, credeva che la visione del mondo calvinista offrisse una migliore comprensione della natura della realtà. Certamente, i razionalisti, i cattolici, gli ebrei e i musulmani erano convinti anch’essi della propria visione del mondo e, visto che non c’era nessun potere temporale autonomo qualificato a determinare quale visione del mondo fosse quella più vicina alla realtà, l’unica soluzione equa era che lo stato sostenesse delle scuole che operavano secondo una varietà di visioni del mondo.

Sovranità delle sfere

Nei suoi discorsi nel Parlamento, Kuyper affermava che nessun partito politico doveva avere il potere di decidere la maniera in cui tutti i bambini della nazione sarebbero stati educati. Sviluppò la sua teoria sociale chiamata “sovranità delle sfere”, secondo la quale le varie sfere della società potevano svilupparsi liberamente solo quando erano libere da un controllo intrusivo da parte di un’altra sfera. Se da una parte le sfere della famiglia, delle arti, dello stato, degli affari, della chiesa, della scienza sono certamente interdipendenti, dall’altra parte hanno bisogno di svilupparsi a partire dalla propria radice, secondo i propri convincimenti e a partire dalla propria autorità, perché la società prosperi e raggiunga la sua massima potenzialità. Mentre lo stato ha sicuramente il ruolo importante di proteggere gli individui da ogni tipo di abuso all’interno di ogni sfera, non dovrebbe mai assumersi il compito di decidere quali convinzioni devono pervadere la scuola, e mai dettare il contenuto, lo stile, e la pedagogia delle scuole.

Antropologia e pedagogia

Questa concezione era anche sostenuta da una chiara antropologia. L’unità organica della persona e quindi anche del bambino, per Kuyper, è tale per cui può crescere in modo sano solo se l’educazione che riceve nei vari contesti (casa, scuola, chiesa ecc.) parte dalle stesse convinzioni di fondo. Educare e guidare i bambini con norme, convinzioni, e autorità conflittuali porta alla fine a malessere e confusione che impediscono lo sviluppo di ogni fermezza di carattere e della stessa identità personale. Diceva che un sistema scolastico che ignorasse la religione o che imponesse una particolare religione contraria alla loro esperienza a casa non solo violava la coscienza dei genitori, ma anche una norma pedagogica fondamentale. Perché i bambini sviluppino i loro istinti dell’apprendimento, hanno bisogno di frequentare scuole che promuovono ed estendono le convinzioni di fondo sperimentate a casa. Mentre le scuole religiose libere certamente non garantiscono una pedagogia che incoraggi la curiosità, una scuola “neutrale” che vuole fare appello all’esperienza primaria del bambino (come nel pensiero di John Dewey) è ostacolata dal fatto che ogni bambino non è una “tabula rasa”, ma è immerso in un tipo di esperienza primaria diversa (che riflette le convinzioni o la fede che il bambino sperimenta a casa). Non è possibile rispettare e incoraggiare le sue inclinazioni naturali all’apprendimento al di fuori di una visione del mondo condivisa.

Laicità, etica pubblica delle società pluraliste

Sul tema dell’unità nazionale (spesso chiamata in causa a favore di un’unica scuola pubblica obbligatoria per tutti), Kuyper non era d’accordo con i molti leaders preoccupati che delle scuole libere avrebbero prodotto dei sottogruppi in conflitto fra di loro, così aumentando la tensione religiosa nei Paesi Bassi. Per lui era vero il contrario: un sistema di scuole libere, che rispettavano il diritto di ogni comunità di fede a preservare ed esprimere la propria identità, avrebbe promosso l’unità nazionale. Solo riconoscendo le differenze tra cittadini e permettendo una demarcazione chiara tra scuole di convinzioni diverse vengono meglio incoraggiate la tolleranza religiosa e l’unità nazionale. Quando invece un’élite è libera di imporre una visione del mondo in tutte le scuole, i risultati sono rabbia e una profonda animosità. Il tipo di unità nazionale più forte è quella che dà spazio a una molteplicità di comunità di fede. La pluriformità, non l’uniformità, deve essere l’obbiettivo.

Il mondo di Kuyper era sicuramente molto diverso dal nostro, ma le sue idee possono aiutarci a ragionare sull’istruzione nella nostra nazione oggi. Vogliamo sognare e impegnarci per ripensare un sistema scolastico che favorisca la piena libertà religiosa, di coscienza e di educazione anche nel nostro Paese, promuovendo la diversità nell’unità?

 

Brenda Crook – Comitato Insegnanti Evangelici in Italia–luglio 2025