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Sul Documento di Valutazione.

Come ogni anno, in questo periodo gli insegnanti si accingono a compilare le schede di valutazione,
da consegnare ai genitori alla fine del primo quadrimestre. E anche in questa occasione, il Ministro
non finisce di stupirci: con la Circolare 84/05, il “nuovo” documento di valutazione (la vecchia
pagella) comprende tra gli Insegnamenti Obbligatori Opzionali la disciplina “Religione cattolica o
materie alternative”, che fin dal 1984 (revisione del Concordato) era stata normata come materia
facoltativa. Non solo, ma col dichiarare obbligatorio questo documento (insieme al famigerato
portfolio), il Ministro non si fa scrupolo di violare la Sentenza della Corte Costituzionale n. 203 del
1989, che ribadisce la facoltatività dell’IRC (Insegnamento Religione Cattolica), la successiva
Sentenza n. 13 del 1991, che riafferma lo stato di non obbligo per chi non se ne avvale e la
normativa sull’Autonomia Scolastica, secondo la quale i Collegi Docenti hanno piena facoltà di
adottare oppure no il documento di valutazione, e di proporne eventualmente altre versioni. Molti
collegi docenti, invece, non sono stati in grado di reagire, o perché male informati, o perché pilotati,
o perché presi in contropiede dall’arroganza di questo stile dirigenziale, e hanno subito
passivamente la disposizione, isolando le poche voci di dissenso che si sono levate in difesa della
democrazia e della laicità della scuola pubblica.
Come insegnanti cristiani evangelici non possiamo passare sotto silenzio questa ennesima offensiva
che il Ministro ha portato contro la libertà di coscienza non solo di insegnanti, alunni e genitori non
cattolici, ma di tutti i cittadini che in qualche modo hanno a che fare con la scuola. Denunciamo
l’illegalità e l’incostituzionalità di questa Circolare e invitiamo insegnanti e genitori a farsi
promotori di iniziative di protesta presso la pubblica opinione e i mezzi di informazione, con tutti i
mezzi legittimi a disposizione, chiedendo che la valutazione dell’IRC sia collocata in una “speciale
nota riguardante l’interesse con il quale l’alunno (che di esso si avvale) segue l’insegnamento e il
profitto che ne ritrae”, così come previsto dall’art. 309 del D.Lgs n. 297 del 1994.
Nel frattempo, il Ministro può dormire sonni tranquilli: se non si è garantito proprio l’accesso
diretto al paradiso cattolico, ha fatto almeno una bella scorta di indulgenze da far valere quando sarà
chiamato a rispondere del suo operato!
Intanto la giustizia, l’equità e la libertà di coscienza possono far fagotto ed emigrare: in questo
nostro sistema scolastico, non c’è più posto per loro.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 27 gennaio 2006