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Halloween a scuola.

Il 31 ottobre molti hanno celebrato la “festa” di Halloween. Per conoscere quali sono le sue origini non
bisogna fare lunghe ricerche. Su questo argomento è scritto infatti che presso il popolo dei Celti vi era la
credenza che, durante la notte che segnava l’inizio dell’anno nuovo (il 1 novembre secondo il loro
calendario), il mondo dei vivi e quello dei morti entrassero in contatto. La “festa” celebrata in tale occasione
era dedicata al “signore dei morti e principe delle tenebre”. Molta della simbologia con cui si celebra anche
oggi questa “festa” (le lanterne di zucca, il travestimento, l’offerta dei dolci…) deriva da riti che intendevano
esorcizzare l’influenza degli spiriti dei morti sui vivi, o placare l’ira di esseri demoniaci. Alcuni storici
documentano addirittura l’esecuzione di sacrifici umani a tale scopo.
In questi ultimi anni, col rifiorire dell’interesse per le religioni pagane, festeggiare Halloween sembra essere
diventato un divertimento innocuo: la festa della zucca, degli scheletri, dei mostri, del “dolcettoscherzetto”…
la festa soprattutto dei bambini. “Che c’è di male?” I bambini si divertono, gli adulti diventano
un po’ “pazzerelli”, le vetrine dei negozi e le aule scolastiche si animano di curiosi personaggi…
Per molti questo è tutto. Noi invece vorremmo approfondire, facendo alcune brevi considerazioni.
Ci interessa in particolare soffermarci sul ruolo educativo della scuola. Come insegnanti, siamo chiamati a
operare sulla trasmissione dei contenuti, a sondare le loro motivazioni educative e a soppesare le loro valenze
culturali; pertanto, qualsiasi offerta educativa da proporre agli alunni deve avere una giustificazione
pedagogica. Al contrario, spalancare la porta ad Halloween senza attivare nessuna di queste normali
operazioni didattiche, cioè in modo indiscriminato, non vuol dire solo “giocare” con zucche vuote, tuniche di
spettri, ragni bavosi… ma far passare tutto ciò che il simbolo porta con sé in termini di significato e natura,
nel caso specifico elementi di tipo magico e superstizioso, suggestioni, idee e contenuti funerei e decadenti,
spacciati da tale pseudo cultura per valori festosi e “positivi”.
Se va oltre ai semplici elementi folkloristici, arrivando a “festeggiare” Halloween, la scuola perde la sua
propria rilevante funzione di fungere da filtro rispetto a qualsiasi oggetto di studio, gioco ed esperienza. Per
questo riteniamo che, se tale ricorrenza deve avere la sua collocazione all’interno della scuola, può farlo solo
come parte della cultura e della tradizione anglofona. Quando ci mettiamo al seguito di mode spesso imposte
dalle logiche di mercato, senza esercitare quel salutare discernimento che sceglie come e quali tradizioni
accogliere e/o respingere, ci priviamo come insegnanti dello straordinario compito di formare le coscienze e
le menti secondo criteri pedagogici volti al bene della persona. Questo esempio di spicciola quotidianità
scolastica, pur nella sua modestia, ci sembra possa aprire delle piste di riflessione sulla qualità della
professione docente e su quelli che dovrebbero essere i segni distintivi della scuola come agenzia educativa.

Il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani – 1 novembre 2007